Bentornati nella Prima Repubblica!

Proporzionale e Bicameralismo perfetto.

Chi pensava agli anni della giovinezza, alle serate spensierate in discoteca, ai capelli lunghi ancora in testa, al come si stava meglio una volta, ora si accorgerà che quelle cose non torneranno lo stesso, ma che l’unico orologio che è tornato indietro è quello della politica: coalizioni più o meno eterogenee, partitini che faranno traballare i governi tutti i giorni (tra parentesi c’è da aggiornare la statistica che nel breve volgere di qualche mese sarà 65 governi in 69 anni), cittadini che eserciteranno spesso il loro diritto democratico di votare e lo faranno per partiti che prometteranno riforme incredibili, ma che poi il giorno dopo delle elezioni dovranno sedersi a un tavolo per mettersi d’accordo (forse) su un programma di governo, su un capo di governo (chissà chi). E se quei partiti e quei politici torneranno a ripromettere tutto di nuovo, identicamente all’ultima campagna elettorale sarà perché non hanno combinato nulla… ma non sarà mai stato per colpa loro, bensì di un altro e quindi eccoli di nuovo qua!

E ADESSO?

questionmarkCertamente i cittadini non sapranno la sera delle elezioni chi avrà vinto, ma che dire di quei bei pareggi di una volta: 1 a 1 e palla al centro… Centrosinistra o Centrodestra o Grillo.

I mercati non hanno fatto una piega. Abituati com’erano alla “normale” instabilità italiana, effettivamente, non essendo cambiato nulla. Ma noi facevamo le riforme per migliorare non per peggiorare, ossia per fare crescere quel 30% di investimenti esteri nel nostro Paese (fatto 100 la media degli investimenti esteri dei fondi sovrani nel resto dei Paesi europei con i quali ci confrontiamo): se va bene resteremo lì.

I cittadini si sono espressi e il popolo ha sempre ragione. Accettare il risultato e restare convinto della ragione del popolo non toglie legittimità al mio pensiero e a quello di tantissimi altri, e cioè che sia stata bocciata una buona riforma. Sicuramente oggi abbiamo un Parlamento che, se per alcuni aveva poca legittimazione prima (ma si poteva discutere), ora dopo che la legge più importante è stata bocciata dal popolo, non è legittimato neanche a piantare un chiodo nel muro.

Quindi il voto è l’unico passaggio che oggi può dare legittimazione a un parlamento e a un governo.

SCENARI

Con quale legge elettorale andremo a votare? Per il Senato è quella che risulta dalla sentenza della Corte che ha dichiarato incostituzionali parti del Porcellum, ribattezzato Consultellum. Si tratta di un proporzionale puro, ma con delle caratteristiche abbastanza interessanti: soglia al 3% per chi sta in coalizione e soglia all’8% per chi non sta in coalizione, poi preferenza unica su collegio regionale. Alla Camera attenderemo la sentenza della Corte prevista per il 24 gennaio. Sarà una sentenza autoapplicativa, come per il Porcellum, nel senso che non potrà obbligare il parlamento a fare una legge elettorale (il Parlamento le leggi le fa… se le fa), ma restituirà qualcosa di utilizzabile senza interventi legislativi ed anche in mancanza della sfera di cristallo, si può facilmente cogliere che l’Italicum senza secondo turno di ballottaggio, altro non è che un proporzionale che assegna il premio di maggioranza solo nel caso in cui una lista superi il 40% e oltre. Quindi tutto sufficientemente omogeneo? Chi dirà di Sì e chi dirà di No, salvo stare a vedere se tutti quelli che dicono No saranno d’accordo su come modificarlo oppure ancora una volta ci sarà chi dice No per cambiare così e chi dice No per cambiare cosà.

Quale governo ci porterà al voto? Io non sono disponibile a votare la fiducia a un governo tecnico. Sarebbe il suicidio per il PD. Sono d’accordo con la proposta con la quale Renzi è andato al Quirinale e cioè che questo Parlamento è delegittimato e quindi o esprime un governo sostenuto da tutti oppure si vada alle elezioni. Sapendo che la prima non succederà e che rispetto alla seconda vedremo ingrossarsi in fretta il partito del “No al voto” (anche qui il No è fatto di variegate motivazioni), allora piuttosto che alzare la mano per un  governo tecnico o istituzionale, preferisco alzarla per un governo politico del PD, che si prende veramente delle responsabilità nel bene e nel male, fino alle elezioni e se ci sarà da staccargli la spina anche questa sarà una responsabilità politica chiara.

Con quale PD andremo al voto? Qui la risposta è più breve: con il PD del SI, con il Partito che vuole ancora parlare al Paese da grande partito e non vuole diventare una forza da 12% che sta a guardare destre e populismi contendersi gli spazi politici come accade in tutta Europa. Se non siamo riusciti a modernizzare il Paese, di certo la modernizzazione della sinistra va portata in fondo. E’ anche vero che il “mondo proporzionale” esprime leadership in modo differente dal “mondo maggioritario”, ma mi appare evidente che Matteo Renzi ha le caratteristiche per restare il punto di riferimento del PD per i prossimi anni.

P.S. Tra le variegate motivazioni riguardo il “No al voto” quella che fa sorridere amaramente è sicuramente quella che dice che Camera e Senato hanno leggi elettorali che non garantirebbero la governabilità…. Ah! Ma è sempre quella governabilità di cui domenica scorsa non ci fregava nulla?

RINGRAZIAMENTI

Grazie ai cittadini che a Faenza in particolare, e in tante parti della Romagna e del Bolognese hanno votato SI e hanno reso il SI maggioritario nella nostra regione. Se è stato un voto nel merito, siamo stati capaci di spiegare le cose positive della riforma ma se è stato un voto politico allora siamo stati capaci di spiegare anche le tante responsabilità che con questo governo ci siamo assunti per modernizzare l’Italia. Da oggi il nostro impegno sarà per andare ancora di più incontro a coloro ai quali non siamo stati in grado di dare elementi sufficienti per avere fiducia nel futuro attraverso le nostre proposte. Restano ancora problemi da affrontare e su alcuni di essi sappiamo di dovere trovare risposte più convincenti e diverse da quelle date fino a oggi, ma della bontà di ciò che abbiamo fatto nelle condizioni nella quali ci siamo trovati in questa legislatura, siamo convinti.er

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