Cercare di fermare la dialettica parlamentare – che è dialettica tra persone – con intransigenza e pregiudizio è una pratica sterile: raggiunge solo l’obiettivo di segnare delle differenze laddove magari non ce ne sono di profonde. E’ quello che sta succedendo intorno al DDL Cirinnà sulle Unioni civili che ha toccato la sensibilità e la ricerca di diritti di tutte le parti in campo ma con sfumature e chiavi di lettura che da una parte e dall’altra vengono talvolta usate strumentalmente. Ed è questo che dobbiamo evitare.

Sono tra i senatori che sta cercando una posizione unitaria, come ho fatto altre volte su temi di particolare rilevanza – le Riforme costituzionali e la legge elettorale. Anche sulle Unioni civili arriveremo al traguardo portando a casa un risultato importante, che risponde alla necessità di ammodernamento dell’architettura sociale di questo paese, tenendo anche conto dei rilievi in materia che l’Italia si è vista opporre dalle istituzioni europee. Questa legge riempie un vuoto normativo e riconosce come un bene per la società tutte le formule di rapporto stabile tra persone, attribuendo diritti ai bambini e agli adulti.

La possibilità che una legge sulle unioni civili venga approvata passa primariamente da un orientamento unitario del PD; ma al Senato anche dalla capacità di esprimere contenuti condivisi anche da altri, in grado di assumersi delle responsabilità davanti al Paese senza cedere alle opportunità politiche e ai comportamenti di comodo. A tale riguardo il M5S non è stato finora capace di questo e difficilmente sarà al fianco del PD: anche questo è un fatto che va letto con lucidità.

Noi arriveremo al voto uniti e soddisfatti del percorso fatto, di questo sono convinto. E con l’onestà che distingue l’operato di chi svolge un compito importante secondo coscienza ma, quando necessario, anche secondo una linea del partito che tiene conto delle anime del Paese che rappresentiamo.