DESTINAZIONE ITALIA: SERVONO PIÙ POSSIBILITÀ PER FINANZIARE LE IMPRESE

Il mio intervento in Aula –

“Signor Presidente, colleghi Senatori, Rappresentante del Governo.

Nel tempo a disposizione voglio sottolineare solo alcuni aspetti di questo decreto “Destinazione Italia”. La sua conversione in legge avviene a governo dimissionario e questa è senz’altro una circostanza che alimenta le sensazioni di insufficienza di alcune misure e di mancanza di sistematicità, come segnalato dai contenuti di vari ordini del giorno accolti dal Governo. Una manifestazione come quella di ieri delle SME (PMI) ci dice che non è un provvedimento memorabile. Certo le scelte significative hanno bisogno di maggiore forza politica e adeguate risorse che solo azioni più complessive e avvolgenti possono assicurare e che ci auguriamo siano il segno del prossimo Governo.

Innanzitutto voglio sottolineare quanto fatto riguardo al sostegno degli investimenti in ricerca. Alcuni dati relativi ai Paesi dell’Unione Europea, mettono la Germania al primo posto negli investimenti in RD con 74 miliardi di euro investiti pari al 2,84% del GDP (PIL) che rappresenta quasi il 30% delle risorse che si spendono in tutta la UE; l’Italia sta al 16° posto con 19 miliardi di euro pari a 1,26% del GDP (PIL). Mentre il dato sul comportamento delle imprese è ambivalente poiché mostra trend con gli investimenti in calo per le imprese con molti addetti, e trend in crescita per le imprese con pochi addetti, il dato sui fondi pubblici che l’Italia stanzia per la ricerca è chiaramente in calo.
Il testo che approviamo cerca di farsi carico anche delle specificità della realtà italiana per favorire dinamiche di crescita delle microimprese; infatti si favoriscono anche i consorzi e le reti di impresa per coinvolgere maggiormente il tessuto delle PMI. Anche il tetto a 500 milioni di fatturato rappresenta una taratura evidente del provvedimento nella direzione descritta. Questo è un primo passo: in molti Paesi d’Europa il meccanismo del credito di imposta è strutturale e si applica su tutta la spesa e non solo sulla parte incrementale. Detto questo tocchiamo spesso con mano quanto sia inferiore agli altri paesi il rapporto di interazione tra centri di ricerca ed il mondo delle imprese. C’è una filiera nei vari stadi della ricerca che vanno dal livello teorico e di base al trasferimento tecnologico vero e proprio che in Italia non è concatenata ed efficiente su cui occorre intervenire anche per rendere efficaci e reali le opportunità che diamo alle imprese con le azioni previste dal decreto.

Un tema decisivo è quello del costo dell’energia. Il dibattito sulle componenti di costo è aperto da tempo e questo decreto non dice sicuramente la parola fine. Il decreto tocca alcuni punti anche controversi, ridiscutendo su base volontaria le incentivazioni sulle rinnovabili. La Camera ha ottenuto di salvaguardare i piccoli impianti, spesso gestiti da agricoltori che non solo integrano il reddito ma traggono da questi impianti le risorse per alimentare gli investimenti nell’azienda agricola che resta la loro attività principale. Importante sarà il coordinamento tra le varie società ed autorità che agiscono con competenze diverse ma complementari, affinché la definizione di alcuni parametri che paiono di salvaguardia come il prezzo minimo garantito, non si trasformino in elementi ulteriormente penalizzanti.
Voglio anche sottolineare l’azione relativa alle componenti parafiscali del gas che si riversano positivamente su aziende che vivono nella competizione mondiale. Penso anche alla mia terra dove sono presenti importanti distretti ceramici che con la Commissione 10° abbiamo conosciuto nella missione al Cersaie dello scorso settembre.

Riguardo al Gas, non voglio apparire speculativo, però credo che difronte ai tragici fatti che stanno accadendo in Ucraina e al sostanziale disinteresse che rilevano nella comunità internazionale, prendono valore scelte fatte da questo parlamento che diversificano gli approvvigionamenti Italiani e ci rendono liberi di stare a fianco dei popoli che restano soggiogati per interessi strategici di altri stati.

In conclusione cito solo per titoli altre azioni che riguardano il mondo delle imprese. La compensazione tra i crediti vantati dalle imprese nei confronti della PA e le cartelle esattoriali 2014. La possibilità che il Fondo Centrale PMI possa prestare garanzia anche in favore di SGR o Fondi che sottoscrivano minibond, aumentando così il ventaglio di possibilità per il finanziamento delle imprese. Gli incentivi del DL185/2000 sono estesi nei soggetti beneficiari e nei criteri: potranno accedere a mutui a tasso zero le imprese costituite da non più di 12 mesi da giovani e da donne, ricomprendendo anche il settore turistico.

Grazie”

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