NESSUNO E’ PIU’ RENZIANO DI RENZI, LA PALUDE ROMANA NON VINCERA’

europaquotidiano.it – Anche quest’anno si torna a Firenze alla Leopolda e anche quest’anno nascono polemiche dall’interno del Pd. Niente di nuovo, in realtà sono gli stessi che hanno invariate necessità di limitare lo spazio di azione politica di Renzi, con la sola differenza che quest’anno lo fanno dal basso della posizione di minoranza quando in passato lo facevano dall’alto delle posizioni di guida del partito. In tutto ciò, ripetuto oggi, c’è la conferma di una analisi errata del contesto politico e sociale del paese, di una inadeguatezza della iniziativa politica avanzata dalla ditta, sia rispetto alle necessità sostanziali di riforma e di modernizzazione del paese, ma anche riguardo alle aspettative diffuse di un elettorato che responsabilmente cerca il cambiamento lontano dall’antipolitica.

Renzi rottamatore è partito dalla Leopolda che si è dimostrata negli anni un sempre più credibile spazio di apertura e di libertà, che ha coagulato e orientato gli slanci di cambiamento presenti nel popolo del centrosinistra, attraverso un’esperienza concreta di confronto e condivisione. Il primo salto di qualità, coinciso con la vittoria delle primarie per la segreteria, sia tra gli iscritti sia tra gli elettori, ha finalmente posto Renzi dentro al campo con la necessità di fare risultati. E sono indiscutibilmente arrivati con gli accordi sulle riforme istituzionale e legge elettorale: con essi cresce necessariamente lo spessore di realismo politico e di mediazione che deve rendere possibile questi accordi.

Poi il secondo salto di qualità con il governo e dai risultati politici si passa alla necessità di risultati concreti per cittadini e imprese, con un ulteriore scatto di realismo e mediazione. Nonostante questo Renzi mantiene un livello di spinta e di iniziativa politica sconosciuta al panorama italiano e che i detrattori chiamano banalmente “annuncite”. Resta solo la possibilità che Renzi scopra uno spazio, perché è innegabile che questa evoluzione determini naturalmente un allontanamento di Renzi dal Renzi “delle origini”.

Ecco! Arriva la Leopolda 2014 e si chiude il cerchio: non c’è spazio politico per essere più renziani di Renzi, non è scemata la tensione verso il cambiamento, non vince la palude romana a trattenere lo slancio, non c’è imborghesimento della spinta iniziale. Anzi arriva un ulteriore segnale concreto di apertura, qualora ci fosse bisogno, che archivia le interpretazioni strumentali della rottamazione e rafforza i canali di interlocuzione con le persone, con i cittadini. Temi di attualità per le riflessioni del Pd, tra organizzazione del partito e formazione dei nuovi quadri dirigenti.

Stefano Collina

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