PD AL MASSIMO STORICO, VITTORIA NETTA ANCHE AL NORD

di Andrea Piazza – Domenica 25 maggio il Partito Democratico ha toccato il suo massimo storico: 40.8%, primo partito in tutte le regioni e in 107 province su 110. Un successo omogeneo che nasconde però tre caratteristiche principali. Il PD di Matteo Renzi è riuscito infatti ad intercettare i voti di numerosi elettori provenienti da Scelta Civica e dal Movimento 5 Stelle, ma allo stesso tempo a confermarsi come prima scelta degli elettori tradizionalmente di centrosinistra. Questi dati, oltre ad essere certificati dagli studi sui flussi elettorali (Ipsos, SWG) sono confermati anche dalla distribuzione territoriale del voto. Il PD aumenta considerevolmente i propri consensi nel Triveneto, una zona dove i partiti riformisti avevano sempre faticato a sfondare durante la Seconda Repubblica. Ed è qui che invece si riscontra un progresso eccezionale: in tutto il Friuli, a Treviso, Vicenza, Verona e Trento. Proprio nelle province del Nord Est il partito di Mario Monti aveva avuto ottime performance, spesso superiori al 10%. Quindi, come indicato da Ilvo Diamanti (Università di Urbino), il PD esce dallo steccato delle proprie regioni di forza e diventa propriamente un partito nazionale, conquistando il consenso di zone a tradizione “bianca”.

Per quanto riguarda invece gli elettori provenienti dal partito di Grillo, nelle cosiddette Regioni Rosse centrali si verifica un considerevole arretramento del voto per il M5S, che perde circa un quarto dei consensi in Toscana, Umbria e Marche. Trend simile nella Sicilia orientale, che a una diminuzione del voto grillino vede uno speculare aumento del PD. Infine, il PD nel 2014 non è stato penalizzato dall’astensione (aumentata di circa 18 punti rispetto alle politiche), a differenza di Forza Italia: il principale competitor di centrodestra si ferma infatti al 16.8%.

Andamenti simili possiamo rintracciarli nell’Emilia-Romagna. Utilizzando la mappa interattiva di YouTrend, realizzata in collaborazione con La Stampa, emerge un PD che aumenta i propri consensi in due zone chiave (la variazione positiva rispetto ai consensi nel 2013 è indicata con una diversa tonalità di verde).

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(clicca sull’immagine per ingrandire)

Da una parte la provincia di Parma, dall’altra la Romagna. E proprio nella città guidata da Pizzarotti e nelle zone contigue (Collecchio, Colorno, etc) che il Partito Democratico aumenta maggiormente le proprie percentuali. A Parma il capogruppo in consiglio comunale Dall’Olio raccoglie oltre 9mila preferenze, pari a un quinto dei voti cittadini per il PD. Mentre in Romagna i democratici guadagnano maggiori consensi dove era forte Scelta Civica: nel faentino e nel cesenate.

Aldilà del PD, il M5S rimane un partito fortemente radicato nel riminese e nel ferrarese, mentre Forza Italia conferma la propria zona di forza del piacentino (17.8%). Anche la Lega Nord torna a fare capolino in regione dopo la débâcle del 2013, concentrando i migliori risultati nei piccoli comuni dell’Emilia settentrionale. Infine, l’Altra Europa per Tsipras conferma la propria natura di partito prevalentemente cittadino: le migliori performance si registrano nei capoluoghi (fino al notevole 8.9% di Bologna).

Il voto per le Europee 2014 è stato quindi un voto estremamente innovativo. Alcune caratteristiche della distribuzione territoriale dei consensi sono cambiate notevolmente, e potrebbe essere stato inaugurato un nuovo scenario in cui il PD riesce a imporsi come partito principale in tutto il Centro Nord.

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